Homo Ludens
19.nov.15
30.gen.16

Eâ con grande piacere che Magazzino annuncia la mostra frutto della collaborazione tra lâartista giapponese Arina Endo (1983, vive e lavora tra Firenze e Berlino) e Gianluca Malgeri (1974, vive e lavora tra Firenze e Berlino). Per la sua terza mostra personale in galleria, Malgeri ha infatti deciso di invitare Endo per realizzare un progetto a quattro mani. La collaborazione tra i due artisti è giĂ sfociata, nel 2015, nella mostra Edge of Chaos in cui Endo e Malgeri hanno esposto per la prima volta le sculture della serie Expelled from Paradise, ispirate alla âcittĂ dei balocchiâ, e prosegue in questâoccasione con la presentazione di un progetto di mostra ispirato alla rilettura del Pinocchio da parte di Carmelo Bene, e alla metafora âdellâeroico rifiuto alla crescitaâ.
Lâidea di âcittĂ dei balocchiâ collegata alla storia di Pinocchio, nasce a Berlino da riflessioni generate dallâosservazione della cittĂ stessa, luogo in cui si può scordare il senso della crescita e allontanarsi dallâordine sociale. Ovviamente si tratta di una visione fuorviante legata a unâutopia â la cittĂ dei balocchi non può che essere un luogo mentale; la serie Expelled from Paradise esposta a Venezia questâanno è proprio lo sviluppo di questa idea e si accosta alla ricerca â materiale e metaforica â sul luogo da gioco.
Il âmonito a decrescereâ, come definiva Carmelo Bene la âsituazione Pinocchioâ, si configura nel lavoro di Malgeri ed Endo in una meticolosa e articolata costruzione. Homo Ludens è anche citazione dellâomonimo trattato di Huizinga, in cui si definisce il gioco necessario fondamento dellâorganizzazione sociale e della civiltĂ . Attraverso il gioco, comune anche al regno animale, lâuomo passa dalla fase naturale e istintiva, a quella culturale. La storia di Pinocchio dimostra in qualche modo il senso di questo cambiamento, la consapevolezza delle regole legata alla crescita e, di contro, âil grande sogno infantile, la ribellione e la fugaâ (Manganelli). Il rispetto delle esigenze sociali è la chiave della conversione di Pinocchio al ragazzo per bene; âil venir meno al naso, è lâattimo del consegnarsi definitivamente allâobbedienzaâ (Bene).
La ricerca dei due artisti si articola in una visione tanto grandiosa quanto intimista: è la metafora di unâinnocenza messa da parte nella ricerca/imposizione dello âstare al mondoâ, che prevede lâattenersi alle convenzioni sociali, e allo stesso tempo, il rifiuto di una condizione adulta, di una ââŚcrescita insensata, civile e disumanaâ. E dunque la âcittĂ dei balocchiâ diventa luogo interiore, dove rinunciare per sempre alla maturitĂ e alla regola imposta; allo stesso tempo âPinocchioâ ci appare come enorme contenitore di una cittĂ fantastica, burattino che diventa gioco, un quasi-monumento allâinnocenza, allâirriverenza e anarchia intrinseca nellâatto creativo.
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