Macchine inutili. Gianni Colombo e Bruno Munari
24.nov.23
20.gen.24

A cura di Marco Scotini
In collaborazione con Filippo Percassi
Magazzino eĢ lieta di presentare la doppia personale āMacchine Inutiliā di due maestri storici della seconda metaĢ del novecento italiano come Bruno Munari e Gianni Colombo, accomunati da molti fattori pur appartenendo a generazioni diverse e distanti.
Le opere esposte, tra le quali Negativo Positivo di Munari e Spazio Elastico di Colombo, hanno lāobiettivo di riprendere le fila di un dialogo aperto tra i due artisti: un dialogo che si apriĢ giaĢ nel 1960 con la prima mostra del Gruppo T (di cui Colombo fa parte), dal titolo Miriorama 1, nella quale Munari viene riconosciuto come un precedente immediato (assieme a Fontana, Tinguely, Manzoni e Baj) e che proseguiraĢ poi nel 1962 quando lo stesso Munari incluse il Gruppo nella mostra miliare Arte Programmata al negozio Olivetti di Milano e tanto voluta da Munari stesso, il quale aveva riconosciuto nel Gruppo T una nuova generazione di artisti portatrice di un messaggio innovativo, quello dellāarte in movimento.
Emancipandosi dai confini stretti di pittura, scultura ed architettura, le opere di Colombo e Munari trovano un terreno comune nellāidea di instabilitaĢ percettiva: la percezione dello spettatore eĢ modificata e lo spazio diventa partecipato ed elemento principale dellāopera.
Se da un lato, i Negativi Positivi di Munari lasciano libero lo spettatore di scegliere cosa vedere e cosa mettere in primo piano e cosa nello sfondo, gli Spazi elastici di Colombo, dallāaltra parte, disorientando il visitatore, lo rendono parte attiva dellāopera, grazie anche ai movimenti degli elastici visti attraverso la luce di Wood. In entrambi i casi, peroĢ, risulta evidente come i due artisti fossero mossi dallo stesso intento: lo studio dello spazio e la capacitaĢ di questo di essere manipolato e di diventare esso stesso opera dāarte.
Bruno Munari e Gianni Colombo sono due innovatori e pionieri, accomunati dallāobiettivo di andare oltre la funzione convenzionale dello spazio, dei materiali, degli oggetti: fautori di un nuovo linguaggio che ancora oggi mantiene intatta tutta la sua contemporaneitaĢ.
Secondo il curatore Marco Scotini: āScopo della presentazione romana presso Magazzino eĢ quello di proporre una sorta di dialogo ravvicinato e immaginario tra i due artisti ma tale da rivelare il terreno comune che si nasconde dietro le piccole e tenaci utopie di entrambi.ā
Exhibition views









