Fiamma Montezemolo
Peace Warrior, 2025, GIF
IUNO
In un paesaggio notturno, abitato da alberi spogli e rischiarato dalla luna piena, campeggia la monumentale IUNO ideata da Fiamma Montezemolo.
Cinta da un lungo chitone, la dea impugna lancia e scudo, ha il capo e le spalle coperte da una pelle di capra che la identifica inequivocabilmente come “caprotina”, quale personificazione di un potere generativo inarrestabile.
Gli attributi, invariati rispetto alla scultura romana conservata ai Musei Vaticani, da cui l’opera trae ispirazione, illustrano in maniera esemplificativa l’ambivalenza della sua figura, al contempo creatrice e distruttrice. La loro ulteriore elaborazione e animazione da parte dell’artista suggerisce d’altro canto un’attualizzazione semantica, nello specifico un’interpretazione in chiave pacifista.
Definita anche come Sospita, ossia “propizia”, la Giunone armata veste tradizionalmente i panni della guerriera protettrice e salvatrice di soldati, della divinità posta a difesa della vita. Nell’immagine qui proposta però, la punta della lancia, scagliata verso l’osservatore/osservatrice assume gradualmente la forma del celebre simbolo antimilitarista disegnato da Gerald Holtom nel 1958, come a voler fare della dea una dispensatrice o, meglio, un’ammonitrice di pace.
Nella visione di Montezemolo Giunone si oppone alla prospettiva guerrafondaia, diretta emanazione di un modello aggressivo, fallocratico e ostile alla cura. Vota la propria inclinazione combattiva alla non belligeranza, rinunciando simbolicamente alla propria arma per schierarsi a favore della pace.
Una pace non indiscriminata ma giusta, raggiungibile soltanto mediante un adeguato posizionamento e il rifiuto categorico della legge del più forte. Ne sono testimonianza i due piatti della bilancia posti sopra gli occhi della dea, un chiaro riferimento a tale necessità , ma anche lo scudo, attributo mantenuto nella nuova iconografia che, saldamente impugnato, sembra evocare l’idea di una placida, ma efficace, resistenza.