Mostre

Letargo

15.Dec.16
31.Mar.17

Personale

Quando

15.Dec.16 - 31.Mar.17

Venue

Via dei prefetti, 17
00186 Roma

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Magazzino è lieta di presentare la terza mostra personale in galleria di Elisabetta Benassi (Roma, 1966) intitolata Letargo, a sei anni di distanza dall’ultima personale dell’artista da Magazzino. La mostra, composta interamente di nuovi lavori pensati per questa occasione, aprirà giovedì 15 dicembre 2016 e durerà fino al 28 febbraio 2017.

Letargo, come condizione di sospensione fisiologica, può far riferimento a diversi ambiti di significato: il letargo animale, dunque la riduzione al minimo dell’attività biologica in risposta a condizioni climatiche sfavorevoli; il letargo delle macchine poste in stato di quiete; il letargo come accumulazione di tempo e di possibilità che si dischiudono in questa estensione; il letargo politico, che implica la sospensione di un giudizio e il pericolo di un risveglio in un sistema mutato nel quale non si ha la memoria del passato; un letargo infine estetico, in cui le facoltà percettive sono rallentate, sino a far confondere realtà e immagine, esperienza sensoriale e immaginazione. Ne nasce una ricostruzione fantasmatica, affidata alle opere in mostra, che tende ad allentare le regole entro cui la realtà viene filtrata e codificata: piuttosto che fornire un’alternativa, l’artista ci invita ad assistere a una proliferazione di reali possibili, definiti attraverso soluzioni antitetiche.

Letargo è una mostra attraversata da dualismi – sonno/veglia, luce/crepuscolo, natura/artificio, corpo|/macchina – di cui non viene offerta alcuna sintesi. Benassi tende piuttosto ad accostare le opposizioni in un unico spazio, in una sorta di crasi di universi in teoria inconciliabili. In questo modo, ad esempio, il riferimento al mondo “naturale” avviene in modi e contesti arbitrari, fuorvianti, dove l’architettura fa da criterio, da elemento di separazione tra due parti di uno stesso soggetto, riscrivendone apparenza e significato e, di fatto, rendendo evidente l’artificio dell’operazione.

Da un lato, quindi, la ricostruzione di una natura in termini artificiali; dall’altro l’uso delle macchine, legato alla fascinazione per ciò che è obsoleto o consumato dall’uso. Macchine che diventano “contenitori” per elementi del tutto estranei: l’insieme di queste associazioni è concepito dall’artista in uno stato di sospensione volontaria, che lascia aperta la possibilità di un risveglio e si definisce al tempo stesso come un meccanismo di autodifesa contro il tempo. Implicito in Letargo è l’invito allo spettatore a immaginare una sorta di detour in un deserto simulato, spaziale e temporale, in cui è possibile muoversi a un’altra velocità e dove, in pratica, non esiste una giusta direzione.

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