Mostre

Tre

4.Dec.06
31.Jan.07

Personale

Quando

4.Dec.06 - 31.Jan.07

Venue

Via dei prefetti, 17
00186 Roma

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Il Magazzino d’Arte Moderna presenta 3 la prima personale di Elisabetta Benassi allestita presso gli spazi della galleria. Per l’occasione l’artista espone tre lavori inediti le cui implicazioni simboliche ruotano attorno e convergono in Yield to Total Elation, 2006, una videoinstallazione composta da tre proiezioni simultanee. Ambientato in Tren-tino Alto Adige presso la cava di sabbia di Tret, in Val di Non, l’opera ha come protagonista un’automobile che dalla notte all’alba e sino al tramonto gira su se stessa senza sosta, ripetendo all’infinito il suo autistico movimento. Tempo e spazio appaiono così assorbiti e dissipati in una sorta di infinita ripetizione: come l’automobile gira su se stessa, i macchi-nari della cava divorano instancabilmente la montagna. In un luogo isolato e di grande suggestione visionaria, forze primordiali sembrano in questo modo tendere irresistibil-mente a uno stato di equilibrio terminale, in cui ogni possibilità ulteriore diviene inimma-ginabile e l’illimitata esaltazione evocata dal titolo, un’ironica illusione. È un lavoro sull’energia, sul consumo, sul tempo, dove non esiste una vera fine, e un vero inizio.
Dal video a Suolo #3 e Suolo #4, 2006, due fotografie di grandi dimensioni pro-seguono la serie di ritratti – vere e proprie mappe in scala 1:1 – di terreni di depositi e autodemolizioni iniziata nel 2005. Luoghi marginali e del tutto anonimi, in cui l’entropia si è insediata sino a rendere ogni cosa inutile e irriconoscibile, ci appaiono come deserti orizzontali dove la distanza e l’abituale relazione tra chi guarda e la cosa osservata viene abolita. Sono emblemi della periferia del mondo occidentale, allegorie del tempo reale.
Il percorso della mostra si conclude con Senza titolo (La vie à credit), 2006, un tavolo di legno sul cui piano un braccio meccanico compie un movimento circolare che gradualmente, in un tempo apparentemente interminabile, inciderà tutto lo spessore della superficie. Torna qui l’idea del tempo che si avvolge su se stesso, della forza inesorabile espressa da un meccanismo che finisce per sabotare il proprio stesso funzionamento.

Artworks