Mostre

Quaranta

17.set.16
29.ott.16

Quando

17.set.16 - 29.ott.16

Venue

Via dei prefetti, 17
00186 Roma

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Il corpus della mostra eĢ€ costituito dalle opere della serie Ikebana, basate su un procedimento di raccolta legato al quotidiano e al contingente: fiori trovati negli scarti dei mercati o lungo i percorsi giornalieri compiuti dall’artista, raccolti e poi impressi in lastre realizzate con materiali da costruzione. Alla durezza della materia e della struttura si oppone la leggerezza dei fiori, che rimandano a un’idea tradizionale di bellezza e di fragilitaĢ€. CosiĢ€, l’esaltazione dell’impronta lasciata da qualcosa di effimero conferisce alle opere un carattere che oscilla tra una bellezza ancora vitale e l’eco di una zona crepuscolare: quel che vediamo eĢ€, in effetti, solamente contorno, ricordo, una traccia che, sebbene eterna, eĢ€ testimone di uno svanimento. Il riferimento al passato – giaĢ€ evidente nel processo di creazione – diventa centrale nei titoli, in cui eĢ€ riportata la data di realizzazione preceduta dalla parola ieri poiché, materialmente, il risultato di un lavoro eĢ€ visibile soltanto il giorno successivo.

Il termine Ikebana cita l’arte giapponese della disposizione dei fiori recisi, che l’artista di fatto applica nelle sue opere, senza peroĢ€ farsi guidare dal virtuosismo e senza, soprattutto, ambire all’armonia estetica e alla naturalezza delle forme, che sono invece il fine della tecnica orientale originale. Come sempre nel suo lavoro, Piangiamore rinuncia volontariamente al controllo dell’ultima parte del processo creativo, dopo aver posto le basi per il suo completamento: il cemento eĢ€ versato al negativo e il risultato della sua azione sui fiori non eĢ€ visibile fino a quando non eĢ€ piuĢ€ possibile modificare il risultato.

Il percorso espositivo si completa con una serie di sculture in ferro zincato, concepite dall’artista come oggetti atti al sollevamento delle opere, metaforicamente, quindi, alla loro elevazione attraverso uno sforzo fisico. Queste ā€œleveā€ sono pensate come utensili, la cui funzionalitaĢ€ eĢ€ solo ipotetica e non verificabile; restano quindi in bilico tra l’essere oggetti ā€œfunzionabiliā€ e l’impraticabilitaĢ€ dello scopo per cui sono state concepite. Il loro aspetto eĢ€ allo stesso tempo industriale, leggero, magico e minaccioso. Fanno parte, in buona sostanza, del sistema che Alessandro Piangiamore ha costruito negli anni della sua ricerca: un sistema borgesiano, ordinato su oggetti e figure reali che esistono soltanto grazie alle possibilitaĢ€ dell’immaginazione. Per dirla proprio con Borges: ā€œAccettiamo facilmente la realtaĢ€, forse perché intuiamo che niente eĢ€ realeā€.

Exhibition views

Artworks